PROGRAMMA CELEBRAZIONI XXV APRILE A SANSEPOLCRO -

TARGA IN MEMORIA DEL RAFFAELLO ALESSANDRI , DOTTORE DEL VECCHIO OSPEDALE DI SANSEPOLCRO dal '28 al '47  CHE SALVO’ MOLTE VITE E MODERNIZZO’ LA STRUTTURA.

 

Di seguito programma delle celebrazioni del 25 Aprile 2016 organizzate dal Comune di Sansepolcro Medaglia d’argento al V.M., in collaborazione con l’A.N.P.I.

 

ore 10,15 raduno presso “Giardini di Piero della Francesca” 

 

ore 10,30 in Via della Misericordia (ec Ospedale) scopertura di una targa commemorativa in onore di Raffaello Alessandri. Alla celebrazione sarà presente il nipote, professor Alessandro Paoli con la madre, figlia di Raffaello, Maria Luisa.

 

ore 11,00 Monumento Parco del Millenario in via XXV Aprile Celebrazioni del XXV Aprile

 

ore 12 Intervento della Banda “Filarmonica dei Perseveranti”

 

 

Breve biografia di RAFFAELLO ALESSANDRI al quale sarà dedicata una targa posta in Via della Misericordia proprio dove sorgeva il vecchio ospedale del Borgo.

 

Raffaello Alessandri nasce a Fighille, nel comune di Citerna, il 2 giugno 1891, primogenito di 4 figli. Agli inizi del ‘900 la famiglia si trasferisce ad Arezzo e qui frequenta il Liceo Classico. Si laurea in medicina e chirurgia presso l’Università di Firenze e partecipa come ufficiale medico alla Prima Guerra Mondiale, dove moriranno due suoi fratelli.

Tornato dalla guerra, nel 1919 si sposa con Luisa Pazzi e l’anno dopo nasce il figlio Gino.

Lavora nell’Ospedale di Arezzo come aiuto del professor Cocci, primario chirurgo.

Nel 1928 vince il concorso per Direttore e Primario Chirurgo dell’Ospedale di Sansepolcro, dove si trasferisce con la famiglia.

Nel 1930 nasce la figlia Maria Luisa. Guiderà l’Ospedale di Sansepolcro fino al 1947, quando lascerà la direzione per dedicarsi alla clinica Casasole di Città di Castello. Muore il 22 gennaio 1964.

“Nel giro di due anni – sottolineano gli organizzatori delle celebrazioni – il dottor Alessadri trasformò il vecchio ospedale biturgense da lazzaretto medievale dove c’erano i materassi con i “cartocci di granturco, in un moderno ospedale dotato organizzando il pronto soccorso, una moderna sala operatoria, il reparto maternità, il gabinetto di radiologia, il laboratorio di analisi, un nuovo impianto elettrico e di riscaldamento, nuove suppellettili e nuova strumentazione, 50 posti letto divisi in due corsie, una moderna cucina capace di 100 pasti. Durante la guerra – proseguono nel racconto - con i suoi collaboratori, soprattutto medici, suore, einfermieri, cercò di alleviare le sofferenze dei prigionieri del Campo di Renicci, prolungando la loro degenza in ospedale più del dovuto affinché potessero affrontare con più forze le terribili condizioni del campo di concentramento. Nascosero e curarono evasi dai campi di prigionia e curarono feriti d’arma da fuoco senza denunciarli alle autorità.

Per otto mesi (dal novembre 1943 al luglio del 1944) grazie al dottr Alessandri e al suo staff Attilio Momigliano e la moglie Haydée, fu permesso di nascondersi in una stanza dell’ospedale. Grazie a lui furono sopravvissero e furono salvati dalla deportazione nei campi di sterminio.”

 

La cittadinanza e tutte le associazioni d’arma sono invitate a partecipare.

 

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