ATTIVATO IN VALTIBERINA UN NUOVO PERCORSO PER ACCOGLIERE LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA
Cosa può fare una donna se si rende conto di essere vittima di violenza? Cosa fare per proteggere se stessa e i propri figli? Quali sono le possibilità per uscire dalla situazione di pericolo? E’ per rispondere a queste domande che l’Unione dei Comuni della Valtiberina Toscana, la Provincia di Arezzo, la Asl 8 della Valtiberina, le Forze dell’Ordine territoriali, le Confraternite di Misericordia dei Comuni dell’Unione e i soggetti territoriali del terzo settore hanno organizzato una procedura operativa a disposizione delle donne. Attraverso questa rete integrata si attiva l’accoglienza della donna e degli eventuali figli e si attivano le strade più opportune per uscire dalla violenza. Per illustrare questi nuovi strumenti e le diverse fasi operative si è svolto nei giorni scorsi un convegno al quale hanno partecipato il sindaco di Sansepolcro e presidente dell’Unione dei comuni della Valtiberina Daniela Frullani, il viceprefetto di Arezzo Antonio Falso, la responsabili pari opportunità di Arezzo Alessandra Nocciolini, l’assisstente sociale Brunella Signoretti e il referente politico per il tavolo provinciale a contrasto della violenza di genere Mariarosa Chiasserini.
“La presa in carico da parte delle istituzioni della donna e degli eventuali figli per aiutarla ad uscire da una situazione di pericolo è suddivisa in fasi – spiega il sindaco Frullani - Nella prima fase, quella dell’emergenza, alla donna che chiede aiuto è offerta la possibilità di essere accolta in una residenza protetta per qualche giorno. Non deve preoccuparsi di nulla né per sé né per i propri figli e potrà rivolgersi direttamente alle forze dell’ordine che a loro volta contatteranno le referenti dei percorsi di accoglienza e uscita dalla violenza. Questi giorni ‘cuscinetto’ le permetteranno di conoscere nel dettaglio quali opportunità ci sono per uscire dalla violenza.” “L’azione di accompagnamento – aggiunge la dottoressa Mariarosa Chiasserini - può prevedere qualsiasi tipo di intervento sempre in accordo con la donna. La stessa è quindi accompagnata ai servizi competenti organizzati nella rete territoriale. E’ una collaborazione flessibile il cui unico obbiettivo è la salvaguardia della vittima di violenza e la possibilità di metterla in sicurezza per avere il tempo necessario per organizzare un percorso preciso e offrirgli l’aiuto necessario.”